Jenga è un gioco da tavolo per qualsiasi età. Il nome del gioco è tratto dalla lingua swahili; jenga significa “costruisci!”, imperativo del verbo kujenga.
La preparazione si effettua sistemando 54 blocchi di legno su piani che formano una torre, tre blocchi per piano. I giocatori a turno sottraggono un blocco di legno a loro scelta dalla torre e, con una sola mano, lo posizionano sulla sommità della stessa.
Durante il gioco, la torre diventa sempre più instabile, così quando uno dei giocatori sottrae il pezzo che la fa crollare questo giocatore ha perso. Il vincitore del gioco è quello che ha giocato prima del perdente.
In questo gioco vedo una parabola della vita, si parte da una solida torre che poi diventa sempre più instabile, paradossalmente la traduzione della parola significa costruisci non destabilizza. Infatti la torre cresce sempre di più diventa sempre più alta magari barcollante, dondolante comincia ad essere turbata anche dagli spostamenti d’aria però con la dovuta attenzione cresce. Nella nostra vita partiamo con la purezza quella che si può quasi definire ingenuità della gioventù quella solida “illusione” che tutto ci è permesso tutto possiamo fare. Dopo cominciamo col perdere un po’ di pezzi arrivano le prime delusioni i primi dolori fisici o dell’anima ma come in questo gioco secondo me questi pezzi che perdiamo in realtà persi non lo sono ma costruiscono quello che nel presente siamo diventati alle volte un po’ traballanti ma ancora disponibili a crescere. Certamente questa è una mia visione personale questo sono io in questo momento non esattamente stabile ma ancora molto attivo e pronto a nuove esperienze.