#‎nonmiarrendo‬

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Anche quest’anno parte la maratona di beneficenza per la ricerca contro le malattie genetiche rare di Telethon sulle reti Rai, la parola d’ordine o come si usa dire adesso hashtag è #‎nonmiarrendo

No non mi arrendo no!

Anche la mia malattia è definita rara, inizialmente non sapevamo nemmeno come si chiamava, non è che averlo saputo ha poi cambiato un granchè. Inizialmente sono stato esaminato da tanti forse troppi dottori i miei genitori non si sono mai arresi dovevano capire o almeno sapere, col passare degli anni prendevo coscienza del mio essere certo la malattia aveva tolto tanto del mio fisico ma mentalmente no anzi mi ha dato quella caparbietà e ostinazione che ha aiutato me ma anche i miei genitori ad andare avanti passo dopo passo. Non arrendersi spesso significa anche non farsi illusioni accettare se stessi vivere la propria vita.

Io sono testardo, tenace, caparbio e spesso incazzato, molte volte sono caduto a terra e mi sono rialzato ed essere così mi ha aiutato a superare certi ostacoli. Però questa “sofferenza” mi ha fatto anche essere comprensivo ho imparato ad ascoltare le persone a non pensare che la mia sofferenza sia l’unica al mondo. La ricerca scientifica in futuro troverà una cura a questo ci credo non so quanto tempo ci vorrà se io ci sarò o meno, questa importantissima maratona oltre a dare finanziamenti alla ricerca ha dato strumentazioni e centri specializzati che aiutano a migliorare la qualità della vita. Quindi non arrendetevi e finanziamo la ricerca finanziamo Telethon.

Un pensiero su l’amicizia.

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L’amico vero è quello che chiami per raccontare tutti i tuoi problemi… Ma quando siete insieme dimenticate di parlarne.

Almeno personalmente a me capita spesso, tutta quella rabbia o quello sconforto che sento il bisogno di far uscire, che dentro me te si fa sempre più forte solo quel mio amico è pronto a sentirmi perché lui del mio lato fragile non si fa forte. Quell’amico riesce a diventare più fragile di me e in quel momento e quindi farmi sentire nuovamente forte.

La discriminazione in fumo – nuoce gravemente alla salute.

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Sono un fumatore pentito, non posso dire di essere un non fumatore non sarei sincero nemmeno con me stesso, a me fumare piaceva, e si quella sensazione tra il soddisfatto ed il rilassato che solo un altro fumatore può comprendere un po’ mi manca. No tranquilli i miei polmoni possono beh tirare un sospiro di sollievo, non voglio ricominciare a fumare, smettere è stata davvero dura in particolare i primi giorni, settimane, forse mesi, un bel po’ di mesi, certo che quella scritta provoca dipendenza non è lì per caso ma non è la sola scritta presente nei pacchetti ci sono quelle più “cattive” allora dopo esserci riuscito ricominciare sarebbe davvero da polli… E infatti da quando ho smesso, percepisco i sapori in maniera differente la soglia di nervosismo si è migliorata per non parlare di tutti i benefici all’interno del mio corpo.

Perché ho cominciato a fumare? 

Si certo si comincia a fumare per sentirsi grande per trasgredire o semplicemente per provare.

Io non ho cominciato a fumare da così piccolo da farmi suggestionare da queste futilità. No io fondamentalmente quando mettevo la sigaretta tra le dita mi sentivo uguale agli altri in quel momento nessuna differenza faceva capolino tra quei cerchi di fumo, guardare una persona seduta anche se da sola con una sigaretta in mano rende quella persona “normale” guardare invece una persona seduta e basta desta sospetto e curiosità negli altri… Gli altri proprio da loro io volevo essere parte di loro in quel momento lo ero almeno questo mi dicevo. Non ero giovanissimo ma non ero nemmeno abbastanza maturo e forte da combattere la discriminazione in fondo nella vita tutti cerchiamo di farci accettare o perlomeno integrare. Questa società purtroppo è sempre bastata sull’immagine riuscire a crearsi la propria e la sfida più dura della vita.

Nella mia vita ci sono state tante sfide e forse ce ne saranno ancora molte probabilmente non le vincerò tutte ma sicuramente lotterò a testa alta sempre.