ciao amico mio adesso siamo nell’epoca dove i messaggi ti raggiungono ovunque , alle volte anche in maniera invadente, inaspettata o quasi inutile. La facilità nel comunicare che può sembrare avvicinare le persone, spesso può allontanarle come un’inflazione di parole. Ricordi quando i messaggi si pagavano? E allora in quei pochi caratteri dovevi riuscire a spiegare tutto quello che serviva senza essere frainteso. Quando per fare un sorriso non potevi usare tutte le facce di adesso ma usavi 🙂 e immaginare di mandare una fotografia era fantascienza. Certo la regola di non inviare messaggi da ubriachi era comunque valida ( basta una parola per combinare un disastro). Quando per dire “ti penso” facevamo gli squilli, un po’ si faceva a gara per chi ne riceveva di più. Amico mio avere quell’oggetto che adesso è diventato parte integrante del corpo di alcuni uomini era davvero un lusso anche un ingombro quella che adesso è diventata una necessità prima era una rarità. Ma vivevamo lo stesso benissimo anche senza, certo magari dovevamo organizzarci un po’ meglio, ancora prima di avere i telefonini dovevamo chiamare a casa e spesso per trovare quel po’ di privacy dovevamo rubarla alla mamma o alla nonna che faceva finta di passare per caso ascoltando le nostre telefonate. Però come tutto quello che è raro diventa prezioso diventa importante quelle parole assumevano un peso particolare. E immagina un amico mio quando ancora prima si scrivevano le lettere dove nella carta si affidavano parole e sentimenti senza sapere se mai venivano recapitate aspettando una risposta che forse poteva non arrivare.
P.s. niente può avere piu’ valore delle parole dette guardandosi negli occhi!