Immagini, parole, suoni, sapori ed infine la consapevolezza fisica sono gli strumenti più belli che abbiamo per comunicare con gli altri cercando di condividere le stesse emozioni le sensazioni che proviamo. Sarebbero i cinque sensi dell’essere umano potremmo dire dell’essere viventi in generale animali compresi, perché non solo gli umani “sentono e comunicano” e quindi forse la comunicazione potrebbe prescindere da questi sensi, infatti anche quando in alcuni esseri viventi uno o più di questi sensi viene a mancare o non è sfruttato al meglio questo non lo prescinde dalla comunicazione. Quella che in questa riflessione sto chiamando comunicazione è più quella sensazione che sia quando accanto ad una persona si ci sente in empatia, non buttiamola soltanto sul romanticismo certo l’amore è quella sensazione più bella che si possa trovare, ma non per forza l’amore deve essere verso il sesso opposto o per meglio dire con un fine sessuale. Certamente il sesso è un grande veicolo di comunicazione in quanto tanti di questi sensi vengono utilizzati contemporaneamente anche se per un tempo brevemente determinato.Io mi nutro di questa “comunicazione” infatti questa mia passione nello scrivere nasce dal bisogno di condividere certe sensazioni possibilmente sarà chiamato anche egoismo però il mio dare agli altri che siano pensieri o riflessioni da a me un senso di appagamento.Certo non si può sempre essere positivi condividere bei pensieri e riflessioni zuccherate alle volte mi viene di condividere qual cosa di più scuro ma cerco di farne a meno prendo quei pensieri quelle parole quei suoni quella negatività e pian piano la butto giù nei lati oscuri del mio essere. Questo non è essere falsi, ma non capisco il motivo di condividere l’oscurità che alle volte si avvicina pericolosamente alla realtà che spesso molto luminosa non lo è, si dice che dentro di noi esistono tutte due le parti quella oscura e quella più luminosa dobbiamo stare attenti a quale alimentiamo prima che quella peggiore prenda il sopravvento.
ci sono
non mi sono dimenticato dei miei lettori ma sto cercando di preparare qualcosa di interessante.
Sono tornato dall Expo
in attesa che il filmato fatto con la mia gopro sia pronto e vi farà vedere questa esposizione dal mio punto di vista volevo raccontarvi le prime impressioni a caldo.
Certo proprio al caldo non direi perché in barba a tutti i metereologi la temperatura a Milano è stata perfetta né troppo caldo né fresco c’erano i venticinque gradi che tutti sogniamo quelli che in Colombia (questa l’ho imparata proprio all’Expo) chiamano clima temperato.
Quando ho deciso di andare all’Expo, parlandone un po’ con tutti come è mia abitudine ho avuto pareri perlopiù negativi perché usare i miei pochi ed unici giorni di ferie per andare a vedere un’esposizione faceva un po’ strano perché solitamente quando si pensa ad una vacanza ci si orienta per un posto rilassante possibilmente vicino al mare.
Però un’altra mia abitudine è ascoltare tutti ma fare sempre di testa mia fortunatamente coadiuvato dei miei fantastici genitori.
Quindi abbiamo deciso di fare questa esperienza, quello che principalmente mi affascinava e pensavo di trovare era un rispetto per la diversità in quanto pur essendo tutti abitanti dello stesso pianeta a nostro modo siamo tutti differenti e per come è strutturata questa esposizione proprio questa caratteristica viene esaltata.
Ho esattamente detto esaltata perché non c’è niente da vergognarsi nell’essere diversi anzi secondo me è proprio bello dell’essere umano. Quindi nonostante tutto quello che i soliti disfattisti hanno detto e nonostante tutto quello che i solidi ladri hanno rubato questa esposizione mondiale riesce a mettersi in piedi e a riunire davvero il mondo in pochi kilometri quadrati.
Il caso ha voluto che quando sono entrato i primi paesi che mi sono trovato davanti sono state le piccole isole caraibiche dove in delle stanzette poco più grandi di una bottega delle affascinanti ragazze provenienti da queste isole accoglievano i visitatori come me che onestamente parlando non avevo idea della posizione geografica dell’una o dell’altra ma quel sorriso e con gli occhi facevano sentire l’accoglienza tipica di quei posti e quegli oggettini di artigianato davano un’idea delle loro tradizioni. Infatti da un’isola all’altra spesso erano simili gli oggetti perché legati al territorio e alla natura in una differente similitudine incantata.
Dopo ovviamente venivamo sopraffatti dalle immense strutture dei paesi più ricchi e più industrializzati tutto sommato anche questi cercavano di rimanere attaccati al lato umano in fondo cosa che più di umano del cibo senza quello non ci sarebbe l’essere umano, ed infatti pure questo valore viene evidenziato nel rispetto del cibo e della condivisione.
Questa è stata la mia personale esperienza, certo non tutto è stato perfetto ci sono state delle code abbastanza lunghe motivate dal numero di visitatori gli ingressi si potevano fare più vicini, non tutto è perfetto ma ponendosi nella maniera giusta sono delle problematiche ampiamente superabili. Dal punto di vista di accessibilità ai disabili è praticamente perfetta tutti i padiglioni sono facilmente fruibili e dotati di ascensore si saltano le code l’ingresso è facilitato, certe volte anche i noi disabili dobbiamo fare la coda in quanto i posti riservati sono limitati ma un po’ di pazienza si può avere anche perché l’attesa non dura mai più di venti minuti “niente a confronto dei novanta minuti per i bipedi”.
Quindi godiamoci questa stupenda manifestazione nella nostra Italia che ogni tanto dovremmo amare di più.
aperto per ferie
Quest’anno le mie ferie le passo a Milano.
Approfittando dell’Expo visiterò anche la città cercando di vedere il più possibile. Ho sempre viaggiato all’estero pur non essendo un’esterofila, certe bellezze storiche si trovano soltanto in Italia spero di non trovare troppe problematiche di inaccessibilità.
Al ritorno porterò fotografie filmati ed esperienze che condividerò piacevolmente con tutti voi.
Grazie A presto