Le nostre vite sono diventate a basso prezzo?

low-cost Questa parola sta diventando di uso comune.

Certo il periodo che stiamo vivendo ci ha portato  alla necessità di stare più attenti a quanto si spende, la crisi economica si fa sentire nelle tasche di un po’ tutti ( eccezione fatta da quelli che l’hanno causata).

Questa nuova attenzione questo bisogno ha portato il mercato a cercare di offrire maggiori servizi a prezzi sempre più bassi, inizialmente questa tendenza veniva attuata  da quelle aziende che stringendo un po’ le spese riuscivano ad offrire un prodotto di qualità magari poco più bassa ma comunque di qualità. Cavalcando questa tendenza sono nate nuove aziende con il solo intento di abbattere prezzi e concorrenza, causando nostro malgrado un abbattimento anche della qualità del prodotto. A mia memoria  i prodotti che hanno cominciato questa tendenza sono stati quelli tecnologici, subito seguiti dagli elettrodomestici. Però possiamo anche renderci conto perché una volta nella nostra vita abbiamo sicuramente detto questa  frase:  “prima  la lavatrice durava vent’anni”. Con questa frase o per meglio dire constatazione, ci rendiamo conto che riducendo il prezzo si riduce anche la qualità, quindi a meno che sia una truffa quel valore maggiore aveva un suo significato.

Continuando nostro malgrado questa tendenza si è passati alle vacanze perché quelli che fino a poco tempo prima erano un sogno potevano diventare realtà cioè i viaggi aerei. Questo ha portato a mio avviso ad avere dei viaggiatori che conoscono meglio  le altre parti del mondo che le province della loro regione. Io non dico che questo viaggiare, conoscere altre culture sia sbagliato anzi è stupendo. Quello che mi spaventa è che questo mercato apparentemente fatto di risparmio ha portato e porta a spendere poco ma tante volte. Che riflettendo e calcolando tutti questi risparmi finiamo con lo spendere possibilmente ancora di più.

Ma il vero problema non è come  ognuno di noi spenda i propri soldi sicuramente non sono io a giudicare  gli altri. La mia riflessione è data dalla considerazione di prima cioè la perdita di qualità. Fino a quando è la lavatrice che dopo poco si rompe e rovina tutto il bucato ci può anche stare… Ma quando il mercato per offrire le suddette vacanze comincia a risparmiare su certi fondamentali come sicurezza e servizi.

Questo era l’articolo che stavo scrivendo per la tragedia del volo della Germanwings criticando la poca manutenzione o qualità dell’oggetto in questo caso nel mezzo.

Sempre di tragedia si parlava, invece no, sono stato investito da i risvolti allucinanti non è stato un problema tecnico non è stata una cattiva manutenzione ma è stata la mano di un essere umano che forse in crisi di onnipotenza decide di uccidere se stesso e portare altre centocinquanta anime innocenti.

Quindi sono rimasto senza parole.

Vi propongo se volete questo articolo di un grande giornalista che da un punto di vista molto interessante dell’argomento.

http://www.lastampa.it/2015/03/27/cultura/opinioni/buongiorno/la-porta-chiusa-aitk6gFpUXHP51ObJQSY6J/pagina.html

POESIA di Neruda

“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marca o colore dei vestiti,

chi non rischia,

chi non parla a chi non conosce.

Lentamente muore chi evita una passione,

chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i

piuttosto che un insieme di emozioni;

emozioni che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbaglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti agli errori ed ai sentimenti!

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,

chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza,

chi rinuncia ad inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge,

chi non ascolta musica,

chi non trova grazia e pace in sè stesso.

Lentamente muore chi distrugge l’amor proprio,

chi non si lascia aiutare,

chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli si chiede qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di

gran lunga

maggiore

del semplice fatto di respirare!

Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di

una splendida

felicità.”

“Pablo Neruda”

Per sconfiggere un nemico bisogna innanzitutto conoscerlo

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Il sanpietrino o sampietrino, come riportato sul dizionario De Mauro, è il blocchetto di leucitite utilizzato per la realizzazione del lastricato stradale di uso comune nelcentro storico di Roma e in Piazza San Pietro per pavimentare strade o piazze. Ne esistono di diversi tipi e dimensioni: i più grandi misurano 12 x 12 x 18 cm; quelli più comuni misurano 12 x 12 x 6 cm; mentre i più piccoli, 6 x 6 cm, sono molto rari ma si trovano in alcuni dei luoghi di Roma, come in piazza Navona.

Il sampietrino è utilizzato prevalentemente nell’Italia centrale mentre nell’Italia settentrionale esiste la variante in porfido denominata bolognino in quanto utilizzato anticamente per la pavimentazione delle strade di Bologna che funse da modello per quelle città o paesi che, lontani dai corsi d’acqua, non potevano usufruire deiciottoli.

Il sampietrino rappresenta una tipologia di pavé.

Selciarolo al lavoro

Accostando più blocchetti si ottiene una pavimentazione su estese superfici che prende appunto il nome di sampietrini (o anche, a Roma, “serci” – da cui la nota battuta di Verdone nel film Compagni di scuola: “Ti prendo a serciate!”).

È stato inventato sotto Papa Sisto V[senza fonte] e fu utilizzato per lastricare tutte le strade principali di Roma: si comportava meglio degli altri lastricati esistenti per quanto riguarda il passaggio dei carri. La caratteristica di questo tipo di pavimentazione è di non essere cementata, ma solo posata e poi battuta su un letto di sabbia e/o pozzolana: questo le conferisce elasticità e capacità di coesione e adattamento al fondo stradale. Ha anche il pregio di “lasciar respirare il terreno” grazie agli spazi tra una piastrella e l’altra; inoltre si può adattare molto facilmente all’irregolarità del terreno ed è molto resistente.

I suoi lati negativi sono che non garantisce un terreno uniforme e, se bagnato, può diventare piuttosto scivoloso, rendendolo inadatto a velocità sostenute. Altro aspetto negativo è il fatto di presentare una superficie poco regolare, quindi poco confortevole e anche rumorosa durante il transito dei mezzi di trasporto.

Oggigiorno è ancora usato per luoghi caratteristici nel centro storico di Roma e Napoli e in generale nel Lazio e per strade particolarmente tortuose (ad esempio nelrione Trastevere), dove il traffico è contenuto e la velocità di transito limitata.

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